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venerdì 27 maggio 2011

ARCHEOLOGIA SARDA: Esterzili Domu de Orgia

Il tempio a Megaron Domu de Orgia è il più grande nel suo genere finora conosciuto. Il termine Megaron per definire questi templi è traslato dalla pianta della sala maggiore dei palazzi micenei.
L’edificio di Esterzili è racchiuso da un recinto di forma ellittica m 48X28 con ingresso ad Ovest.


È costruito con blocchi di scisto disposti a filari orizzontali ben lavorati, la sua forma è rettangolare allungata m. 22,50X7,80, lo spessore murario è di m. 1,30 e l’altezza residua è pari a m. 2,40. L’ingresso è orientato a Sud-Est preceduto da un vestibolo in antis risultante dal prolungamento dei muri laterali.





Sia il vestibolo che l’interno sono dotati di banconi-sedile lungo il perimetro interno delle pareti, nella prima sala, a cui si accede attraverso la soglia del primo ingresso architravato, è presente un ortostato interpretato come parte di un possibile ripostiglio.



Dalla prima sala, attraverso un altro ingresso architravato, si accede alla parte più recessa del tempio più piccola della precedente.


La struttura presenta un aggetto e nell’ architrave dell’ingresso alla sala più piccola è presente una finestrella simile a quelle delle porte architravate dei nuraghi, queste caratteristiche architettoniche hanno fatto si che gli studiosi interpretassero questa struttura come appartenente alla cultura nuragica datandola al Bronzo Recente (fine XIII sec. a.C.). La datazione e l’attribuzione alla Cultura Nuragica sono oggetto di discussione anche se gli scavi hanno evidenziato che l’edificio in questione si sia sovrapposto ad un preesistente villaggio nuragico e che alcune capanne dell’antico centro abitativo furono inglobate nella struttura muraria del recinto. Le indagini archeologiche hanno restituito pestelli, lisciatoi, macine, denti di falcetto, schegge di ossidiana, ciotole ed olle attribuibili al Bronzo Finale. Quindi in mancanza di ulteriori studi che confutino le datazioni attestate, il tempio è ascrivibile alla Civiltà Nuragica.
Gli scavi più recenti hanno portato alla luce nel lato destro del vestibolo una straordinaria composizione di bronzi votivi,  tra questi evidenziamo la rappresentazione di un personaggio abbigliato con una stola nell’atto di offrire un cervo alla divinità, le due sacerdotesse ammantate in atteggiamento di preghiera che sostengono una sorta di torcia fiammeggiante e gli arcieri con una veste militare borchiata di tradizione orientale e con un copricapo con quattro corna convergenti verso l’alto di tradizione invece nuragica.
Nella camera, invece, sono stati ritrovati un bronzetto rappresentante un cacciatore con un muflone adagiato sulle spalle e numeroso materiale ceramico ascrivibile al bronzo finale.
Come arrivare:
Da Cagliari percorrere la 131 fino al bivio per Senorbì-Isili nella  SS 128 superando Senorbì, Suelli, Mandas e Villanova Tulo, poi imboccare sulla destra la SP53 fino ad Esterzili.
Oltrepassato  l'abitato di Esterzili,  si prosegue per circa 1 km, quindi si svolta a sinistra in una strada che sale al Monte Santa Vittoria. Arrivati sulla cima della strada si svolta a destra seguendo l'indicazione per la vetta, raggiunta la quale si troverà sulla destra la diramazione per il complesso archeologico di Monte Santa Vittoria. Continuando sulla strada principale per altri 2 km si arriva al tempio, sulla sinistra della strada.



Fabrizio e Giovanna

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