Pagine

sabato 13 agosto 2011

ARCHEOLOGIA SARDA: TOMBE DEI GIGANTI




Le tombe di giganti sono monumenti sepolcrali collettivi in cui venivano deposti i morti di tutto il villaggio, forse dopo essere stati ridotti allo scheletro. La forma forma tipica di queste sepolture è quella della testa taurina, simbolo sacro dello stato di divinità che, insieme alla Dea Madre, proteggeva i morti nel loro cammino nell'oltretomba. 
Oltre che per onorare la memoria degli avi, i nuragici si recavano nelle tombe anche per la cerimonia della incubazione, durante la quale  il credente pregava e dormiva per parecchi giorni affinché durante il sonno i morti gli dessero  consigli e lo liberassero dagli incubi che lo assillavano.

Gigantinos si dividono in due grandi modelli:
-  LE TOMBE DOLMENICHE - derivate dai dolmen e spesso un'evoluzione di precedenti allèe couvertes.
Un esempio classico di quest'ultima tipologia di tomba dei giganti è S'Ena 'e Thomes che venne per l'appunto edificata ampliando una  precedente allèe couvertes. Sono costituite da una camera sepolcrale formata da un corridoio dolmenico, cioè una serie di ortostati (pietre infisse nel terreno verticalmente) coperte da lastre litiche a piattabanda e da un'esedra a forma di mezza luna che dà al monumento la classica forma a protome taurina (testa di toro). 


Corridoio ortostatico





Al centro dell'esedra trova posto la stele centinata alla cui base si apre un piccolo portello nel quale venivano introdotti i defunti. 


              Esedra della TdG di S'Ena 'e Thomes


Recenti studi hanno proposto la possibilità che i corpi venissero inumati interi e che la loro sepoltura all’interno della tomba avvenisse tramite il sollevamento di una delle lastre di copertura del corridoio funerario. 


Particolare del portello


Naturalmente quest’ultima operazione risultava estremamente complicata, infatti secondo la ricostruzione tipo delle TdG, esse risultavano ricoperte nella parte posteriore da un tumulo di terra (come avveniva nei Dolmen) che ne aumentava la monumentalità. Lo spostamento delle lastre doveva necessariamente avvenire rimuovendo una parte del tumulo, a meno che non si ipotizzi che una parte della copertura litica venisse lasciata libera da esso.


Coperture a piattabanda del corridoio funerario

La teoria dell’inumazione dei corpi interi dei defunti è suffragata dal ritrovamento di diversi scheletri in perfette connessione anatomica all’interno dei Gigantinos.
Secondo questa ipotesi il piccolo portello nel quale sembra impossibile far passare un corpo umano non scarnificato, rappresenterebbe il tema della falsa porta diffuso in quasi tutti i monumenti sepolcrali dell’antichità. Essa era considerata la linea di confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti.


Particolare della stele centinata dotata di portello

La discussione in merito alle due teorie è ancora in atto, anche perché nella maggior parte dei sepolcri antichi la falsa porta era solo simbolica, non presentava aperture vere e proprie (come avveniva presso gli egizi), quindi il portello d’accesso alla Tomba dei Giganti  doveva avere una qualche funzione pratica.
Aspettiamo il risultato degli studi degli esperti per avere maggiori informazioni, sulle quali poter formulare un’ipotesi plausibile.

LE TOMBE A FILARI - costruite con una tecnica prettamente nuragica, sono considerate più recenti rispetto a quelle dolmeniche anche se la questione è ancora in fase di dibattito accademico, perché i criteri di arcaicità sono molteplici e non ci si può limitare alla semplice tecnica costruttiva.
Un esempio tipico di tomba a filari è Sa Domu e s'Orku di Siddi edificata con grossi blocchi isodomi disposti a filari sovrapposti.


Esedra della TdG Sa Domu e s'Orku

La camera funeraria è aggettante (a forma di carena rovesciata) e termina con una fila di pietre a piatta banda (una fila di pietre che chiudono orizzontalmente il soffitto).


Corridoio funerario a filari

Particolare della copertura a piattabanda



A differenza di quelle dolmeniche queste tombe sono prive di stele centinata, anche se alcuni studiosi ritengono che proprio quella di Siddi avesse probabilmente la stele per via di una probabile decorazione che fa pensare al resto di una centina nell'ultimo filare di pietre collocate nell'ingresso.


Ingresso della TdG di Sa Domu e s'Orku

Questa tomba presenta al suo interno, sulla sinistra dell’ingresso, una nicchia che probabilmente aveva funzione votiva.


Nicchia interna della Tomba dei Giganti



La nicchia sulla sinistra dell’ingresso la si ritrova anche in alcuni Dolmen, come ad esempio quello di Sa Coveccada di Mores, un monumento sepolcrale ritenuto molto più antico delle Tombe dei Giganti.


Nicchia interna del Dolmen di Sa Covaccada



La sua presenza nella tomba di Siddi potrebbe quindi essere considerata una prova della sua arcaicità.
Come già accennato in precedenza la sola tecnica costruttiva non basta a determinare la datazione di una struttura architettonica, per quanto ne sappiamo i due modi diversi di costruire i Gigantinos potrebbero essere stati determinati semplicemente da differenti scelte stilistiche.






Fabrizio e Giovanna

Nessun commento:

Posta un commento