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giovedì 4 agosto 2011

I TEMPLARI: Battaglie famose





LA VITTORIA DI ARSUF: 7 settembre 1191

La caduta di Gerusalemme suscitò grande emozione in Occidente e i sovrani Europei decisero di mettere da parte le loro controversie per intraprendere la causa delle Crociate anche grazie alla predicazione del vescovo Guglielmo, incaricato a tal fine dal marchese Corrado di Monferrato che aveva da poco liberato la fortezza di San Giovanni d’Acri.
Filippo Augusto  di Francia ed Enrico II d’Inghilterra decisero quindi di recarsi in Oriente per tentare di liberare la Città Santa, ad essi si unì anche Riccardo Cuor di Leone figlio di Enrico II. Si unì alla Crociata anche l’imperatore Federico Barbarossa, accompagnato da molti dei suoi più alti feudatari e da un gran numero di coraggiosi capitani, suggestionati dalle parole di Guglielmo di Tiro, che si era recato in Germania per partecipare alla Dieta di Magonza[1]. Purtroppo l’accordo fra Filippo Augusto ed Enrico II fu di breve durata, la guerra riprese sanguinosa e Riccardo Cuor di Leone, spinto dall’odio nei confronti di suo padre, si mise dalla parte di Filippo Augusto guadagnandosi per questo la scomunica papale. Durante questa guerra morì Enrico II ponendo fine di fatto alle ostilità; questo evento spinse Riccardo a decidere di recarsi immediatamente in Terrasanta per espiare le sue colpe nei confronti del padre. Da quel momento Riccardo cominciò i preparativi per la Crociata, vendette tutto ciò che possedeva, impose enormi tasse ai suoi sudditi e spogliò gli ebrei di tutti i loro averi. Dopo la riunione di Nonancourt con Filippo Augusto nella quale i due sovrani stesero una sorta di regolamento militare atto ad evitare gli errori della seconda Crociata (come ad esempio il divieto di portare le mogli nella spedizione per evitare scandali, come quelli di cui fu protagonista Eleonora d’Aquitania, madre di Riccardo), il principe inglese partì per la volta della Terrasanta. Giunto a destinazione decise di marciare lungo la costa in direzione di Giaffa prima di tentare di riconquistare il Santo Sepolcro. Il Saladino, venuto a conoscenza di questa manovra, attuò la sua contromossa posizionando il suo esercito ad Arsuf a nord di Giaffa, con l’intento di bloccare l’avanzata cristiana ed impedire la conquista della città. L’armata musulmana era numericamente superiore e i suoi componenti erano notevolmente più riposati rispetto ai crociati già provati dal viaggio, però gli uomini a disposizione del Saladino erano dotati di armamenti leggeri, soprattutto la cavalleria. L’esercito cristiano, di contro, possedeva cavalcature robuste e pesantemente corazzate, oltre alle potentissime armature.
La battaglia iniziò poco dopo le nove del mattino, l’esercito crociato, con gli Ospitalieri di retroguardia e l’avanguardia formata dai Templari al comando di Roberto di Sablé[2], mentre la cavalleria e gli arcieri inglesi erano posizionati al centro.
Il Saladino aprì le ostilità utilizzando la fanteria egiziana e beduina, che scatenò un lungo attacco a base di lance e giavellotti contro le fila serrate dell’esercito cristiano scompaginando la fanteria ma lasciando praticamente illesa la cavalleria pesante. Gli ordini militari svolsero alla perfezione il compito a loro assegnato da Riccardo, gli Ospitalieri furono sottoposti a durissimi attacchi da parte degli arcieri a cavallo musulmani e, spinti dalla necessità, furono costretti a muovere la carica prima di ricevere l’ordine dal re. Questa manovra mise in crisi la strategia di Riccardo Cuor di Leone, che prevedeva di tenere l’esercito con i ranghi serrati e attendere il momento giusto di modo che la carica della cavalleria avesse il massimo effetto dirompente affinché, una volta sfondate le linee nemiche, l’esercito potesse accerchiare il nemico. Nonostante la strategia iniziale non fosse più attuabile, Riccardo ne concepì immediatamente una nuova, divise infatti la cavalleria in dodici squadroni con i Templari all’avanguardia e gli Ospitalieri alla retroguardia. Con questa manovra riuscì a spezzare le linee nemiche e a mandare in rotta lo schieramento arabo. Le cronache musulmane raccontano che l’impressionante carica della cavalleria cristiana non si sarebbe potuta arrestare neanche ad una montagna. In questa grande battaglia, che fu una rivincita cristiana dopo la sconfitta dei Corni di Hattin, i Templari ebbero un ruolo fondamentale, lo stesso re Riccardo, consapevole della capacità militare e organizzativa dell’Ordine, ripose in loro la massima fiducia.
La vittoria di Arsuf diede nuovo vigore alle forze cristiane e pose fine alla fama d’invincibilità del Saladino, che in quest’occasione subì la sua più grave sconfitta.


Fabrizio e Giovanna


Bibliografia:

Steven Runciman, Storia delle Crociate
Georges Bordonove, I Templari 
Malcolm Barber, La storia dei Templari
Domenico Lancianese, La Guerra dei Templari




[1] La spedizione di Federico Barbarossa finì tragicamente a causa del suo annegamento nel fiume Selef  in Cilicia.
[2] Succeduto a Gerard de Ritfort, morto durante l’assedio di Acri

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