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venerdì 8 luglio 2016

CHIESA E NOVENARIO DI SAN SERAFINO - GHILARZA (OR)


In un’ansa del lago Omodeo, lungo le pendici dell’altopiano denominato “Perda e pranu”, sorgono la chiesa e il novenario di San Serafino. 



Pare che questo luogo incantevole, dove il tempo pare essersi fermato, fosse antropizzato già in epoca romana come testimoniano i ritrovamenti ceramici di epoca tardo imperiale. 
Presumibilmente intorno al VII secolo d.C. fu eretta la chiesa bizantina intitolata a San Serafino, che testimonierebbe la presenza di monaci orientali nella zona, successivamente, in epoca giudicale, fu ricostruita e ampliata  a pianta rettangolare con copertura a capriate lignee e abside semicircolare.
Dell’intervento medievale sopravvivono ancora gli interessanti elementi decorativi esterni del prospetto e del fianco meridionale. Nella facciata, sulla porta trecentesca decorata a foglie lobate,



si possono ammirare lo stemma arborense, un’apertura a forma di croce e una formella con l'Agnus Dei.










Nella formella viene rappresentato l’agnello con una croce imbandierata sulle spalle che, nell’atto di schiacciare il demonio supino per terra, volge lo sguardo verso il Serafino con le ali dispiegate.


Nella fiancata meridionale è presente una porta con lunetta a tutto sesto sovrastata dalla scultura dello stemma dell’albero deradicato del Giudicato di Arborea; 




in bassorilievo sono invece raffigurati, partendo da sinistra, due ecclesiastici, il serafino e due personaggi di rango sociale elevato, presumibilmente il giudice Mariano IV che porge all'arcangelo un grappolo d’uva e la moglie Timbora di Roccaberti.





Dopo diversi secoli di abbandono la struttura della chiesa risultava compromessa nella sua stabilità a causa delle infiltrazioni d’acqua e, nel corso del XVII secolo, furono necessarie diverse opere di consolidamento. 
Lentamente l’area fu interessata da una nuova fase edificatoria che registrò, verso la fine dell’Ottocento, la presenza di 44 casette contro la presenza di un solo “muristene” della  seconda metà del 1600. Attualmente le abitazioni sono numerose e rappresentano il punto di riferimento per la festa che si celebra il 24 ottobre, anche se si pratica il culto in onore dell’arcangelo San Raffaele. 





























Fabrizio e Giovanna


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